Sempre più spesso sentiamo parlare del basso livello di digitalizzazione in Italia.

Qual è il vero problema? Mancano le competenze oppure il modo attraverso il quale se ne usufruisce?

I talenti digitali sono apprezzati oppure preferiscono guardare all’estero come territorio di sfida più stimolante e professionalmente “appagante”?

“L’enorme carico di tradizioni, abitudini e costumi che occupa la maggior parte del nostro cervello zavorra impietosamente le idee più brillanti e innovative.”

Scriveva così Josè Saramago (scrittore portoghese, premio Nobel per la Letteratura). Una frase che non lascia spazio ad equivoci: potrebbe essere questa la direzione verso la quale si sta pericolosamente dirottando il settore dell’innovazione nel Belpaese?

Digityze e il mondo dell'innovazione veloce

La digitalizzazione “scorre” attraverso la Fibra veloce, motore dell’innovazione. Fonte: semplicecome.it

L’evoluzione inarrestabile e il continuo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni hanno fatto sì che “stare al passo con i tempi” sia diventato sempre più difficile e più complesso dal punto di vista della gestione delle figure coinvolte.

Un imprenditore ha molte cose a cui pensare: dipendenti, clienti, fatturato e… chi più ne ha più ne metta!

Questa enorme mole di “pensiero” non lascia molto spazio per ragionare e verificare attentamente quali potrebbero essere le possibili (e potenzialmente cruciali) svolte innovative che potrebbero determinare per l’azienda un vero cambio di rotta.

Mondo ed Innovazione, parole della stessa "natura"

L’Innovazione digitale in Italia. Il Motore verso il prossimo Boom economico. Fonte: blog.osservatori.net

Digitale, ovvero?

L’idea alla base del progetto Digityze nasce dalla consapevolezza di Luca Galiano e Andrea Bodino, due amici che hanno fatto esperienza nel mondo aziendale e start-up in Italia e che hanno deciso di puntare tutto sull’innovazione e sul know-how, dando vita a un Network di Talenti Digitali per portare le giuste competenze all’interno di un mondo in continua evoluzione.

Il nostro intento è avviare e, laddove già presente, migliorare il processo di Trasformazione Digitale delle PMI, dove tante realtà non dispongono di budget elevati come quelli delle multinazionali. 

Fondamentalmente, parte tutto dalla parola “digitale”, dalla quale prendono vita forme consulenziali e idee innovative; il tutto nasce per cercare di trasformare mentalità vecchie, obsolete e tradizionali, in qualcosa di innovativo, che possa creare un potenziale vantaggio competitivo per l’azienda (e i suoi dipendenti) sul mercato.

Con la digitalizzazione, quindi, non si intende soltanto una “mera persecuzione del profitto”.

La rivoluzione concerne aspetti come la mentalità, il miglioramento del rendimento delle proprie risorse e la valorizzazione del proprio personale, che grazie ad attività più “smart” vede il proprio modus-operandi mutare drasticamente per il meglio.

Questo filone è seguito ormai da tempo anche dai big tech.

Come parte dell’”impegno tecnologico per l’umanità”, il CEO di Apple, Tim Cook, parla anche di uno sforzo della società in ambito sanitario.

Al di là dei prodotti che crea, Apple si impegna a costruire un ecosistema di innovazione in cui le persone abbiano la capacità di sviluppare le loro idee più grandi per migliorare le nostre vite”.

Per approfondire, il saggio completo è disponibile sul Corriere della Sera.